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by Enrico Lusso
2010, Domus hospitales. Ricoveri per viandanti e poveri nei territori subalpini percorsi dalla strada di Francia (secoli XI-XV)
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2011, In viaggio. Viaggi e viaggiatori dall'antichità alla prima età contemporanea, a cura di E. Panero
2013, La torre di Masio. Un contributo allo studio dei borghi di fondazione fortificati nell'Italia nord-occidentale (secoli XIII-XV)
2015, Borghi nuovi. Paesaggi urbani del Piemonte sud-occidentale. XIII-XV secolo, a cura di R. Comba, A. Longhi, R. Rao, Cuneo
2007, Storia di Bra dalle origini alla Rivoluzione francese, a cura di F. Panero
2010, Forme dell'insediamento e dell'architettura nel basso medioevo. La regione subalpina nei secoli XI-XV
2012, Territorio storico e paesaggio. Metodologie di analisi e interpretazione, a cura di M. Volpiano
2007, Humanistica. An International Journal of Early Reinassance Studies
Il 15, 16 e 17 giugno 2006 al Castello del Valentino, sede all'epoca delle due Facoltà di architettura torinesi, duecentoquattordici relatori appartenenti a circa settanta università e istituzioni culturali italiane, con alcune prestigiose presenze di studiosi internazionali, si sono ritrovati per confrontare casi studio, approcci metodologici, tipologia di fonti, attorno al tema "La Città e le Regole". Una sezione, non meno nutrita, in parallelo e approfondimento delle sessioni è stata rappresentata dai poster, di cui in questo volume - con completa revisione - si rende conto.
Indice del volume: Giorgio Lombardi, Premessa Paola Bianchi, Per una nuova storia del Piemonte: tempi e spazi Paola Bianchi, Storia militare e diplomatica. Il Piemonte nei rapporti con gli spazi italiani ed europei Tomaso Ricardi di Netro, Stato e amministrazione. Rappresentatività, ordini intermedi e burocrazia nel Piemonte d’Antico Regime Blythe Alice Raviola, Territori e poteri. Stato e rapporti interstatuali Andrea Merlotti, Società e ceti. Le complessità della struttura per ordini nel Piemonte d’Antico Regime Paolo Cozzo, Storia religiosa. Istituzioni ecclesiastiche e vita religiosa nel Piemonte di età moderna
L’area fra Tanaro e Po nel Piemonte centrale, oggi identificabile con il Basso Monferrato, si colloca in posizione geografica tale da predisporla all’attraversamento sin dal primo Medioevo. I percorsi di terra e di acqua che vi si intrecciavano sono collegati al transito di merci e persone verso porti liguri, Francia o pianura padana. Non è un caso che già nell’VIII secolo fra gli astigiani si annoverino dei negotiatores. Per verificarne la compatibilità col complesso trasporto di pietre da architettura e scultura, detta viabilità è stata investigata in modo storico, petrografico e architettonico (chiese coeve con ugual litotipo negli apparati plastici si relazionano in termini di causa/effetto all’andamento del percorso con origine in cava). Essendo scarsa e frammentaria ogni documentazione diretta, l’indagine è stata condotta attraverso le fonti statutarie disponibili per i secoli dal XII al XV. Datata all’interno del periodo, è stata creata una carta tematica sinottica dei risultati ottenuti o verificati, partendo dal concetto di area di strada espresso da Sergi. Sono stati individuati capitoli statutari che intervengono sulla viabilità secondo disposizioni generali, norme prescrittive e divieti. Camino regola la larghezza minima della strada: “[…] et via [pubblica] debeat esse ad minus Trabuchi J.” (1270-1400). In Masio si deduce la consistenza del fondo stradale: “[…] se qualcuno togliesse terra da detta via o facesse un fossato paghi una multa […]” (1372). I dati utili desunti dalle norme statutarie sono stati raffrontati con quelli materiali sulle architetture medievali dell’area, raccolti in precedenti ricerche personali, e con la storia del territorio. Da una fase di controllo esercitato da comuni, vescovi e signori si giunge agli assetti determinati dalle dinastie di Paleologi, Savoia, Visconti ed Orléans. Emergono diverse gestioni di viabilità e manutenzioni, queste ultime a carico delle comunità. Traspare la difficoltà organizzativa dovuta all’assenza di un sistema centrale sul tipo romano.
2008, Langhe e Roero. Storia e trasformazione di un paesaggio tra antichità ed età moderna
2019
2016, Romanico piemontese - Europa romanica. Architetture, circolazione di uomini e idee, paesaggi, a cura di S. Lomartire
2015, Fare urbanistica tra XI e XIV secolo, a cura di Claudia Bonardi (Storia dell'Urbanistica)
in: Società, culture e istituzioni di una regione europea. L’area alpina occidentale fra Medioevo ed Età moderna, a cura di P. Merlin, F. Panero e P. Rosso, Torino, Marco Valerio, 2013, pp. 121-177.
2016, Beni culturali e paesaggio tra Langhe, Roero e Monferrato. Dalla ricerca alla valorizzazione, a cura di E. Lusso, V. Moretti
2013, Langhe Roero Monferrato. Cultura materiale, società, territorio
2015, Sistemi porticati in area subalpina: dagli Statuti alla prassi
È opinione abbastanza condivisa che gli insediamenti a carattere urbano dell’area subalpina abbiano assunto forma e identità propria, anche e soprattutto, attraverso le scelte urbanistiche operate in età medioevale. In quei pochi casi in cui la dimensione urbana risentiva dell’impronta classica, le necessità funzionali di età comunale hanno modificato il tessuto viario alle nuove esigenze; nelle nuove fondazioni il progetto urbano risulta connesso alle attività e alla presenza antropica locale. Lo spazio pubblico, o semi pubblico, del portico assume pertanto una particolare attenzione nell’identità della città comunale.Accoglie una singola attività e, al contempo, è modulo per un sistema urbanistico più ampio: la platea. Diviene il centro delle attività quotidiane, luogo topico dell’economia locale. Uno spazio funzionale, inizialmente figlio dell’immediatezza della necessità commerciale e artigianale, ma più verosimilmente spazio pensato, disegnato e dimensionato da un’istituzione pubblica che, anche attraverso questi ambienti, tiene ad assistere e garantire le attività quotidiane dei propri cittadini oltre a operare un’adeguata forma di controllo per l’igiene e la sicurezza degli spazi pubblici. Gli statuti comunali affidano all’agrimensore, o ai determinatores, nei grandi centri padani come Bologna, come nei medi e piccoli come Biella, Vercelli, Cuneo, in Alba e in Cherasco, il dimensionamento di questi spazi per tracciare la forma di una città e per rispettare le necessità di commercianti e artigiani. Il sistema porticato urbano nasce pertanto per esigenze funzionali strettamente connesse ai fabbricati che ospitano i singoli moduli, sarà poi il contesto sociale e culturale dell’età moderna a dare un significato più encomiastico e celebrativo a questo spazio, come per molti altri elementi dell’architettura urbana.
2008, Humanistica. An International Journal of Early Reinassance Studies
1986, in «Bollettino storico-bibliografico subalpino», 84 (1986), pp. 5-44.
Memento mori. Il genere macabro in Europa dal Medioevo a oggi, Atti del Convegno internazionale, Torino, 16-18 ottobre 2014, eds. Marco Piccat - Laura Ramello, Alessandria, Edizioni dell'Orso, 2014
2020, UN PAESAGGIO MEDIEVALE TRA PIEMONTE E LIGURIA
Collana della Scuola di Specializzazione in "Storia, Analisi e Valutazione dei Beni Architettonici e Ambientali del Politecnico di Torino, Celid, Torino 2007
Sono analizzati i percorsi di formazione culturale dell’ufficialità al servizio degli Angiò nell’Italia nord-occidentale e le loro connessioni con le funzioni richieste dai diversi incarichi. Il possesso di un’adeguata preparazione professionale favorì l’accesso agli uffici dei comparti politico-giudiziario e fiscale (vicario, capitano del Popolo, giudice, clavaro) del sistema di governo locale. Il profilo culturale di questi ufficiali angioini, che assunse differenti connotazioni nei centri urbani dell’area subalpina occidentale rispetto a quelli del Piemonte orientale e delle città lombarde ed emiliane, è caratterizzato in linea generale da una formazione nel diritto, come indicano i titoli che qualificano i percorsi di studio degli officiales e la natura delle loro biblioteche. Soprattutto i giudici al servizio dei vicari angioini realizzarono talvolta un’alta formazione giuridica nelle principali università italiane (Bologna, Padova, Napoli) e nelle scholae di diritto attive nei centri medio-padani (Reggio Emilia, Modena, Parma). Diversi clavari, i quali dovevano possedere competenze contabili e di scrittura, erano appellati con il titolo di "magister", che indicava una formazione intellettuale di alto livello, e provenivano dal mondo dei chierici.
in: «Reti Medievali Rivista», 17 (2016), 1, pp. 467-562.
La ricerca affronta lo studio della ricezione nei capitoli delle cattedrali subalpine dei canones dei concili lateranensi III e IV riguardanti l’istruzione del clero. Sono state analizzate le presenze di canonici dotati di un alto livello di istruzione,attestato dal titolo di magister, e le loro inclinazioni culturali che emergono dai fondi librari personali e del capitolo. Si è riscontrata una maggiore articolazione delle attività di alcune scuole cattedrali operanti nell’area studiata e una più evidente circolazione di chierici studenti tra di essea partire dagli anni Venti-Trenta del Duecento. Gli effetti della c. 11 De magistris scholasticis del IV concilio lateranense si palesano nelle realtà già fortemente dinamiche, come le scuole delle cattedrali subalpine settentrionali (Vercelli, Novara, Ivrea, Aosta e Torino), espressione di un tessuto culturale ricettivo e pronto a dare attuazione a tali disposizioni. Tra le diocesi meridionali si distingue per il suo dinamismo la schola cattedrale di Asti. This paper aims the study of the reception in the Piedmontese cathedral chapters of the canones of the Third and Fourth Lateran Council concerning the clergy education. We have analyzed the presence of canons with a high level of education, level certificate from the qualification of magister, and their cultural inclinations that arise from their personal libraries. The study showed a greater articulation of the some cathedral schools activities since the Twenties and Thirties of the Thirteenth century, and a more noticeable movement of clerics students between the Piedmontese chapters.The c. 11 De magistris scholasticis of the Fourth Lateran Council had more obvious effects in contexts already highly dynamic, such as cathedral schools of northern dioceses (Vercelli, Novara, Ivrea, Aosta and Turin). The Asti cathedral school stands out among the southern diocese for its cultural dynamism.
The section contains contributions focusing on the practices and records relating to the economics of hospitals in late medieval Italy. Experts from different disciplines – economic historians, historians of the document, historians of the Middle Ages and of welfare institutions – offer a significant overview of hospitals situated in the north, the center and the south of the Italian peninsula between the fourteenth and sixteenth centuries. They investigate the mechanisms of funding of charities, the social and public implications of hospital care, the techniques and the accounting systems of revenue and expenditure, and finally, the religious merits connected not only to the care of the poor and sick, but also to the scriptures that recorded this activity. Sezione monografica di «Reti Medievali Rivista» che racchiude contributi che intendono focalizzare l’attenzione sulle pratiche e sulle scritture relative all’economia degli enti ospedalieri nell’Italia tardomedievale. Esperti di differenti discipline – storici dell’economia, storici del documento, storici del medioevo e delle istituzioni assistenziali – offrono una significativa panoramica su ospedali del nord, del centro e del meridione della penisola italiana fra i secoli XIV e XVI, mostrando i meccanismi di finanziamento degli enti assistenziali; le ricadute sociali e pubbliche collegabili all’assistenza ospedaliera; le tecniche e i sistemi di registrazione contabile delle entrate e delle spese; e infine la funzione salvifica attribuibile non solo all’attività assistenziale, ma anche alle scritture che questa regolamentavano.
in: «Rivista di storia dell’Università di Torino», 3 (2014), 2, pp. 1-42.
Sono studiate le relazioni che, nel corso del Quattrocento, si instaurarono tra lo Studio del convento minoritico di San Francesco di Chieri e la facoltà di teologia dell’Università di Torino, nella quale gli insegnamenti erano affidati ai magistri delle comunità mendicanti cittadine. L’analisi di due libri contabili del convento chierese, relativi al primo e all’ultimo trentennio del XV secolo, ha permesso di ricostruire alcuni aspetti della docenza nello Studio conventuale e di definire la composizione della comunità minoritica e la circolazione libraria all’interno di essa, verificando le mutazioni sull’organizzazione scolastica conventuale seguite al trasferimento in Chieri dell’Università di Torino negli anni 1427-1434. È emerso il notevole ampliamento della comunità di frati e la maggiore articolazione della docenza al suo interno, frequentata da fratres che, in diversi casi, conseguirono in seguito i gradi accademici presso le università attive nella provincia dell’ordine e, talvolta, nella facoltà teologica di Parigi. La comunità minoritica chierese continuò a mantenere un importante ruolo nella formazione intellettuale dei fratres minori della Custodia Pedemontis anche dopo il ritorno dello Studio generale in Torino. This essay examines the contacts between the Studium conventualis of the franciscan convent in Chieri and the faculty of Theology of the University of Turin during the fifteenth century. Through the analysis of two account books of the convent of Chieri (1402-1430; 1472-1497) were investigated the composition of the community of Minors, the circulation of books in its various forms among the friars and the mutations of the Studium conventualis organization that followed the transfer to the University of Turin in Chieri (1427-1434). It was identified a significant expansion of the community of Minors and a remarkable articulation of teaching in it: several fratres who attended the conventual school graduated later at universities in the franciscan Province of Genova or, sometimes, in the theological faculty of Paris. The Minors of San Francesco in Chieri continued to play an important role in the intellectual formation of friars of the Custodia Pedemontis after the return of Studium generale in Turin.
2018, Studi Piemontesi
The geographical extent of the possessions of the Knights Hospitaller of St. John gave from one side the ability to change and constantly improve the property, consisting of commanderies and hospitals, and from the other side to make Malta, during the XVI-XVII centuries, a fortified city. The land survey (cabreo), testimony of the immense heritage of the Order, have inventories of all the properties of commanderies and are intrinsically linked to its institution. In the Grand Priory of Lombardy, the Hospitallers knew a remarkable development, as in the commandery of Moncalieri. The interest in this documentation mainly lies in the copious amount of historical and topographic information we can obtain, and also in the possibility to analyse the diachronic transformation of our territory. The lack of a systematic study about the presence of the Order, which has spread internationally, underlines the necessity to study the original sources with a renewed critical overlook.
2018, Studi e ricerche di storia dell'architettura
2017, Forme e modi della guerra. Strumenti, rappresentazioni, tecniche di offesa e difesa tra medioevo ed età moderna, a cura di E. Lusso