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Civiltà Mantovana, n. 149, primavera 2020, pp. 78-111
The knowledge of mathematics and geometry by the soldier aristocracy at the service of the Hispanic monarchy leads us to figures whose names went down in history linked to some of the greatest defensive works on its frontiers. The words that open the title refer to the citadel of Pamplona and lead us to approach the figure of Vespasiano Gonzaga in a context in which we also deal with other noblemen experts in fortifications, whose memory was built on his input in the projects of famous works of military architecture.
2013, La cronaca di Lodovico Messirotti, a cura di Giovanni Sartori
La cronaca di Ludovico Messirotti rappresenta uno splendido e accattivante viaggio nel tempo all’epoca di Vespasiano Gonzaga. La viva voce di un cronista, Ludovico Messirotti, consigliere e castellano ducale, che ha vissuto direttamente e intensamente la fase più entusiasmante della storia di Sabbioneta, descrive in modo molto realistico uno spaccato autentico del periodo della fondazione di Sabbioneta. Uno sguardo attento e puntuale rivolto alle vicende che hanno condizionato e influenzato le scelte politiche e le aspirazioni che si sono concretizzate in un gioiello urbanistico, in grado di perpetuare la grandezza, la cultura, i sogni e l’intelligenza del suo artefice.
Onorato II Gaetani d'Aragona; Prospero e Vespasiano Colonna; contenzioso in Casa Colonna; la Guerra di Campagna (1556-57); il governo degli ambasciatori spagnoli su alcuni feudi colonnesi. Mecenatismo e documenti d'archivio (Simancas, Subiaco). Sonnino principato di Casa Colonna.
2008, I Gonzaga delle nebbie. Storia di una dinastia cadetta nelle terre tra Oglio e Po, a cura di Roggero Roggeri e Leandro Ventura, Silvana Editoriale, 2008
2007
2015, Bollettino d'Arte, 25,
2019, Tesi di Laurea Roma La Sapienza
La corrispondenza tra Cristina di Lorena granduchessa di Toscana e la figlia Caterina de'Medici Gonzaga, duchessa di Mantova, negli anni tra 1617 e 1629, rivela un denso intreccio tra temi di interesse strettamente politico e argomenti più personali e intimi che contribuiscono alla costruzione di un profondo rapporto tra due donne di potere, ma soprattutto una madre e una figlia.
2015, Bollettino d'arte, anno C, serie VII, n. 25 (gennaio-marzo 2015), pp. 35-76.
Resumen. El dominio de la matemática y la geometría por parte de la aristocracia guerrera al servicio de la monarquía hispánica, nos conduce a figuras cuyos nombres pasaron a la historia ligados a la construcción de algunas de las más grandes obras defensivas en sus fronteras. Las palabras que abren el título se refieren a la ciudadela de Pamplona y llevan a abordar la figura de Vespasiano Gonzaga en un contexto en el que tratamos también a otros nobles expertos en fortificaciones cuya memoria se construyó cimentada en su intervención en los proyectos de famosas obras de arquitectura militar. [en] Con disegno dato da Vespasiano Gonzaga. The memory of noblemen fortress builders during the Renaissance Abstract. The knowledge of mathematics and geometry by the soldier aristocracy at the service of the Hispanic monarchy leads us to figures whose names went down in history linked to some of the greatest defensive works on its frontiers. The words that open the title refer to the citadel of Pamplona and lead us to approach the figure of Vespasiano Gonzaga in a context in which we also deal with other noblemen experts in fortifications, whose memory was built on his input in the projects of famous works of military architecture.
2008, Donne di potere nel Rinascimento, a cura di L. Arcangeli e S. Peyronel
Aveva origini militari la branche napoletana degli Avalos, giunti nel Mezzogiorno d’Italia al seguito di Alfonso il Magnanimo da cui ricevettero risorse simboliche e materiali tali da favorire il loro inserimento nelle file della nobiltà del Regno. Insieme all’abilità guerriera, il matrimonio con Antonella d’Aquino, discendente da un illustre casato napoletano ed ereditiera di un vasto complesso feudale, contribuì alla fortuna di Innico, padre della prima Costanza (1460 ca-1541). Quest’ultima, coniugata con Federico del Balzo e tornata a vivere presso i suoi parenti alla prematura scomparsa del marito, rimase a capo della casa d’Avalos dopo la morte dei fratelli nei conflitti divampati nel Mezzogiorno tra Quattro e Cinquecento e resse la famiglia con mano ferma, dedicando particolare cura all’educazione dei nipoti, tra i quali vi era la seconda Costanza (1504 ca-1575), figlia del marchese del Vasto e poi sposa del duca d’Amalfi Alfonso Piccolomini. Le vicende di zia e nipote rimandano a due opposti paradigmi femminili diffusi in età rinascimentale e in questo saggio sono riportate a più concrete dimensioni storiche, attraverso il paziente esame di scarse testimonianze documentarie. La prima Costanza fu donna di potere, dedita ad accrescere onore e ricchezza del casato, capace di pilotare la delicata fase di transizione dalla fedeltà alla dinastia aragonese a quella ai re cattolici, figura di spicco nella vita politica e sociale dell’epoca, signora di solida cultura e abile animatrice della corte di Ischia che le si raccolse intorno. La seconda fu sposa prolifica ma infelice, condannata a subire le angherie del marito che, per altro, non brillò nella carriera al servizio degli Asburgo e fu costretto a ritirarsi, sospettato d’aver ordito trame filo-francesi. Le traversie coniugali contribuirono ad avvicinare allo spiritualismo di Juan de Valdès la duchessa d’Amalfi, autrice di sonetti nati dall’incontro della raffinata cultura letteraria degli anni giovanili con la spiritualità valdesiana della maturità.
in "Vitelliana. Viadana e il territorio mantovano fra Oglio e Po. Bollettino della Società storica viadanese", XII (2017), pp. 29-72
2005, I Gonzaga e l'Impero. Itinerari dello spettacolo, a cura di Umberto Artioli e Cristina Grazioli, Casa Editrice Le Lettere, Firenze 2005
Nel 1585 Vespasiano Gonzaga duca di Sabbioneta commissionò a Bernardino Campi una copia dei dodici ritratti dei Cesari (dipinti da Tiziano Vecellio) da collocare nella Sala degli Imperatori nel suo palazzo. Campi aveva già realizzato cinque copie: questa è la sesta dipinta da lui. La fortunata serie fu realizzata per il gusto antiquario del duca, che possedeva nella sua biblioteca il volume "De vita caesarum" di Svetonio, e soprattutto per esaltare la Casata regnante degli Asburgo, a cui fin dall'infanzia egli era legato. Il volume, curato insieme a Gianluca Bocchi, nasce in occasione del riallestimento della Sala degli Imperatori di Palazzo Ducale con copie su tela dei dipinti originali, confiscati nel 1774 e dispersi.
2006
2019, Latium - Rivista di studi storici, 35 (2018), pp. 42-56
Negli anni tra il 1611 e il 1618, la rete diplomatica che collegava la Curia romana con la corte di Madrid era stata affidata al nunzio apostolico Antonio Caetani. Proprio nel carteggio della nunziatura, tra le dozzine di richieste di mercedi, favori, raccomandazioni e onori si trova una lettera che definisce e conferma con maggior precisione la data di morte di Marzio Colonna (duca di Zagarolo e principe di Gallicano), che fino ad oggi era sconosciuta o quantomeno solo indicativa. Le note proposte in queste pagine possono essere considerate come un anello in più nella catena della ricerca che, in modo sparso e lento, si sta svolgendo attorno alla vita di un protagonista di spessore della vita politica e culturale italiana tra Cinque e Seicento. * Errata corrige: a p. 50, Marzio Colonna II duca di Zagarolo e non III, in quanto il titolo ducale era stato ottenuto da suo padre Pompeo solo nel 1569.
Gianluigi Arcari Editore, Mantova 1991, pp. 320
2015
Entries by Gianluca Bocchi and Claudia Zanlungo, essays by Giovanni Sartori, Andrea Marchini and Marta Remaforte,
The knowledge of the lives of Michel Agnolo Florio and his son John, is critical to undetrstand the true role played by William Shakespeare in their relationships. In the biographical reconstruction I tried to give prominence to the known historical facts and documentary evedence rather than assumptions and suppoitions.
2013
Tra il XVI e il XVII secolo il variegato e mai quieto patchwork geopolitico italiano merita attenta e costante vigilanza da parte di architetti e ingegneri militari. Il territorio che corre, da nord a sud, e che per quasi due secoli segna il confine, sempre labile e mai dormiente, tra il ducato sabaudo e lo stato di Milano, è costantemente monitorato: le città (fra le altre Pavia, Novara, Vercelli, Alessandria, Valenza, Casale Monferrato) sono regolarmente, da entrambi i governi, oggetto di studio, con sopralluoghi, rilievi, progetti per migliorarne le prestazioni in caso di guerra, lavori di ammodernamento e potenziamento. La cartografia militare, spesso totalmente concentrata sulle mura e sui bastioni, ne restituisce, esaltandole, le valenze strategico-difensive; i documenti, oggi presenti nei più importanti archivi di stato e militari europei, raccontano due secoli di fervore edilizio che va a modificare la facies delle città, condizionandone in maniera decisiva i successivi sviluppi urbani. Ad oggi il patrimonio cartografico inerente l’Italia conservato nel Krigsarkivet di Stoccolma non è mai stato messo in relazione con i materiali coevi conservati presso gli archivi italiani, francesi, spagnoli. Fra i molti disegni, l’atlante del marchese di Helique (1655) rappresenta un corpus omogeneo redatto dal pittore bolognese Leonardo De Ferrari per il marchese di Helique, don Luis Méndez de Haro, “valido” (consigliere) di Filippo IV. A fine Seicento l’atlante giunge in Svezia per mano di Johan Gabriel Sparwenfeld, un collezionista erudito di origine svedese. Le molte tavole inerenti le città del nord Italia raccontano una storia di battaglie, assedi e fugaci conquiste.
L'articolo analizza le ambascerie estensi alla corte di Filippo II all'epoca della stipula della pace di Cateau-Cambrésis e le contestualizza all'interno delle scelte politiche estensi durante gli anni Cinquanta del '500.
2012, MILITARI ITALIANI DELL'ESERCITO DI ALESSANDRO FARNESE NELLE FIANDRE a cura di Giuseppe Bertini – Mattioli 1885- Fidenza 2012
2006, Biblioteca Maldotti - Guastalla 2006
Nel 2007 si è celebrato il quinto centenario della nascita di Ferrante Gonzaga, fondatore della dinastia gonzaghesca di Guastalla (Reggio Emilia). Nel percorso di avvicinamento a quell’evento, organizzato dalla Biblioteca Maldotti con una serie di pubblicazioni sui familiari di Ferrante, il proposito di questo lavoro è stato di riportare alla memoria, dopo il volume sul primo figlio cardinale, Francesco, l’opera del secondo porporato figlio di Ferrante, Gianvincenzo Gonzaga. Una figura fino a quel momento del tutto trascurata, a dispetto del prezioso servizio che egli svolse per decenni tra le fila dell’Ordine Gerosolimitano dei Cavalieri di Malta, che comprese anche una sua partecipazione diretta al terribile assedio di Malta del 1565 condotto dai Turchi. Presso la curia romana di ben sei pontefici, Gianvincenzo svolse un importante ruolo in favore dei parenti mantovani, in particolar modo del duca di Mantova Guglielmo Gonzaga, che in più di un’occasione affidò al parente di Guastalla il governo del Monferrato oltre che la tutela in Vaticano degli interessi mantovani. La fonte principale con la quale si sono ricostruite le vicende terrene di Gianvincenzo Gonzaga (1540-1591), è il carteggio intercorso con Guglielmo Gonzaga e con i suoi segretari mantovani – conservato presso l’Archivio di Stato di Mantova – nel quale trovano eco, di conseguenza, anche i principali avvenimenti legati al casato mantovano di quegli stessi decenni.
2016, “Los Libros de la Corte”, 2016, n. 13
Alessandro Baratta “intagliatore di stampe di rame” , celebre autore della veduta topografica di Napoli Fidelissimae urbis neapolitanae…, del 1629 , caposaldo dell’iconografia urbana partenopea , risulta tra le figure più rilevanti tra i “fabbricatori di immagini” nell’ambito della produzione di libri e del commercio di stampe nella capitale del viceregno nella prima metà del XVII secolo. Originario di Scigliano Calabro, nacque intorno al 1583 , e svolse la sua attività tra il 1606 e il 1637 a Roma, ma soprattutto Napoli dove condusse una attivissima bottega specializzata nella tecnica di incisione a bulino ed ebbe modo di stampare i suoi lavori con le tipografie più rinomate dell’epoca.
Dimensioni e problemi della ricerca storica
2014
La battaglia, per lo studioso, non è l’evento vissuto che fu per i combattenti. La paura, il furore, la sofferenza, il massacro e l’atroce materialità dell’uccisione sono spesso banditi da narrazioni che tentano di eludere l’insondabile ed esorcizzare l’intollerabile: una sorta di pudore nei confronti della violenza vissuta che, del resto, è proprio degli stessi combattenti, i quali, tornati a casa, il più delle volte tentano di dimenticare o rifiutano di verbalizzare gli aspetti più inconfessabili della loro esperienza. L’evento bellico, in questo lavoro, è stato sottoposto a un’analisi che si articola a partire da tre differenti prospettive. In primo luogo, la battaglia appare come occasione per il manifestarsi di tendenze e congiunture che attraversano la storia e che spesso sorpassano l’esistenza degli uomini, come momento rivelatore di fratture e discontinuità. I saggi inseriti nella seconda parte del volume pongono al centro del loro interesse la condotta della guerra, nel tentativo di restituire il vissuto dei protagonisti dello scontro dal punto di vista materiale come da quello culturale e religioso. La terza sezione del volume, infine, è dedicata alla memoria e alla rappresentazione della battaglia. L’evento è dunque esaminato nella sua proiezione e ri-significazione nel tempo, attraverso il prisma del racconto che a questo attribuisce rilevanza e dona senso, divenendone condizione d’esistenza. In questa parte, dunque, si indaga su come l’avvenimento sia «creato» a partire dalla narrazione che di questo viene diffusa sin dall’immediatezza, e sulle modalità con cui esso è continuamente manipolato e trasfigurato al fine di costruire nuove identità particolari e collettive. INDICE DEL VOLUME Introduzione di Alessandro Buono e Gianclaudio Civale Le siège de Malte (1565), coup d’arrêt de la conquête ottomane en Méditerranée occidentale di Anne Brogini Sources for a battle: Tornavento (22 June 1636) di Gregory Hanlon Demografia, sussistenza e governo dell’emergenza a Pavia durante l’assedio del 1655 di Mario Rizzo Ceresole (14 aprile 1544): una grande, inutile vittoria. Conitto tra potenze e guerra di logoramento nella prima età moderna di Michele Maria Rabà «Non nobis Domine». Religione, disciplina e violenza nel corpo di spedizione pontificio nella Francia della terza guerra di religione di Gianclaudio Civale Il racconto della battaglia. La guerra e le notizie a stampa nella Milano degli Austrias (secoli XVI-XVII) di Alessandro Buono e Massimo Petta La bataille de Saint-Cast (1758) après la bataille: l’événement au fltre des mémoires di David Hopkin, Yann Lagadec e Stéphane Perréon Abstracts Indice dei nomi
La principessa dei gigli. Cristina di Lorena dal 'bel' regno di Francia alla corte dei Medici
2013
2018
Un primo bilancio sulla storia della famiglia Graffeo, Principi di Gangi e Marchesi di Regiovanni
2015, Magallánica
2021, Sulle vie del collezionismo. Saggi per la storia della critica d'arte, a cura di L. Finocchi Ghersi
Panoramica sul collezionismo nel territorio della Milano spagnola con un affondo sulle collezioni di Leone e Pompeo Leoni.
RESUMEN: Durante los siglos XVI y XVII, en la Monarquía de España bajo la Casa de Austria, fundada sobre el equilibrio entre sus diversas cortes virreinales, linajes y naciones, que compartían una misma cultura política y simbólica, el componente italiano y, sobre todo, napolitano, fue, después del español, el más relevante a la hora de facilitar recursos técnicos o humanos –además de los ideológicos y, sobre todo, estéticos, en los que puede decirse que alcanzó una clara primacía-, siendo capaz incluso de condicionar prioridades políticas, aun cuando una parte de sus élites tendieran a asumir los planteamientos españoles al asentarse en la corte, como en el caso de los Pignatelli, cuyo palacio madrileño, construido a finales del siglo XVII, representa la culminación de esa inserción. Al mismo tiempo, como atestigua la contribución napolitana a la defensa de la Monarquía en numerosos episodios recogidos en obras como las de De Lellis o Filamondo, muchos nobles napolitanos militaron con entusiasmo en los ejércitos reales. La capacidad de medrar sirviendo a la Monarquía con la espada que cultivó un número no escaso de nobles partenopeos se proyectó también en el mundo de la pluma, de acuerdo con los valores de una sociedad política fundada en el servicio a “Dios, el Rey y la Patria”. // ABSTRACT: During sixteenth and seventeenth centuries, in the Monarchy of Spain under the House of Habsburg, based on the balance between its various viceregal courts, lineages and nations, that shared the same political and symbolic culture, the Italian component, mainly the Neapolitan one, was, after the Spanish one, the most relevant in providing technical or human resources -in addition to the ideological and above all aesthetic, where it can be said that it reached a clear primacy. Indeed, the Neapolitan component was even able to determine political priorities, although part of its elites tended to assume Spanish approaches to establish themselves at court, as in the Pignatelli case, whose Madrid mansion, built in the late seventeenth century, is the ultimate expression of that Neapolitan insertion. At the same time, as evidenced by the Neapolitan contribution to the defense of the Monarchy, in many episodes contained in the works of De Lellis or Filamondo, many Neapolitan nobles militated enthusiastically in the royal armies. The ability to prosper serving the Monarchy with the sword was cultivated by a good number of Neapolitan nobles and it was also reflected in the world of writers, according the values of a political society based in the service of “Faith, King and Country”.
2019, Alessandro Farnese: «Achille di valor, d’ingegno Ulisse?»
2006, Alle frontiere della Lombardia. Politica, guerra e religione nell’età moderna, edited by Claudio Donati, Milan, FrancoAngeli, 2006: 151-176
POLITICAL, FISCAL AND CORPORATE BOUNDARIES OF THE STATE OF MILAN. THE SPANISH OCCUPATION OF VERCELLI (1638-1650)
2018, Philostrato. Revista de Historia y Arte
2021, 1416: SAVOIE BONNES NOUVELLES Studi di storia sabauda nel 600° anniversario del Ducato di Savoia
La percezione delle Guerre d’Italia quale momento topico nel processo di transizione e integrazione geopolitica dell’Europa ha radici storiografiche profonde. Già nella prefazione alla sua History of the reign of the Emperor Charles V, apparsa nel 1769, William Robertson sosteneva che, tra il 1519 e il 1556, «the powers of Europe were formed into one great political system, in which each took a station, wherein it has since remained with less variation, than could have been expected»; proprio a partire da quel periodo così denso di eventi, «the transactions of every considerable nation in Europe become interesting and instructive to all». Qualche decennio più tardi fu Henry Hallam a indicare nella spedizione italiana di Carlo VIII «the event that first engaged the principal states of Europe in relations of alliance or hostility which may be deduced to the present day» (View of the State of Europe during the Middle Ages, 1818). Più di recente, alcuni storici hanno in certa misura ripreso tali suggestioni, sottolineando come quelle vicende belliche avessero contribuito a plasmare un sistema di respiro europeo, relativamente più integrato che in precedenza. Questa incipiente trasformazione degli equilibri internazionali, interagendo con le caratteristiche ‘strutturali’ della società coeva, fece sì che molti attori strategici vedessero nell’accresciuta complessità geopolitica del continente una fonte pressoché inesauribile di allettanti opportunità per acquisire o consolidare potere, prestigio e ricchezza: non ci riferiamo soltanto a chi esercitava la sovranità su ampi aggregati politico-territoriali, più o meno coesi e tendenti all’accentramento, ma anche ai membri dei patriziati cittadini, ai signori feudali e a tutti gli altri soggetti in qualche modo riconducibili a queste élite, in virtù di strategie individuali, familiari e clientelari di vario genere.
The sovereigns of the Italian dynastic states during the century and a half that elapsed between the peace of the Pyrenees and the first Napoleonic campaign in the Peninsula (1659-1796) were surrounded by ministers, favourites and confidants who left a significant mark in the political life of the various potentates. The second half of the seventeenth century was characterized by the widespread presence of the figure of the «Prime Minister», which was usually in possession of a title of nobility and sometimes had solid legal or financial skills and experiences. The wars of the early eighteenth century brought about major changes in the Italian political system and contribute to the rise of skilful diplomats, who entered the inner circle of the advisers of the princes, while the indispensability of the personal «favour» of the monarch in promoting careers at court was confirmed also by the French modes of sociability. The restoration of lasting peace after 1748 opened the season of the internal reforms implemented by vigorous prime ministers with the support of the great powers of Catholic Europe. In the seventies, however, these ministers had to retreat in front of the willingness expressed by the respective sovereigns to proceed with greater individual autonomy and with new employees to the economic, political and often military strengthen of their States.